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Confimi Industria presenta "inventario - il linguaggio della manifattura", un libro omaggio al patrimonio linguistico del lavoro

Che cosa significano sfaldaballe, tangenziale, lacrima, uragano, cannellino?

In occasione della Giornata Nazionale del Made in Italy, Confimi Industria, con il contributo di Treccani, presenta "inventario - il linguaggio della manifattura", un volume che esplora l'anima della manifattura italiana attraverso le sue parole. Un percorso che svela il linguaggio unico di un settore che ha reso l'Italia famosa nel mondo.

Il libro, arricchito dalla prefazione del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, sottolinea come il linguaggio sia un elemento fondamentale per comprendere e valorizzare il patrimonio industriale italiano. "Questo libro è un viaggio attraverso le parole che hanno plasmato la nostra identità industriale", afferma il Ministro Urso nella sua prefazione, "un omaggio alla passione e all'ingegno che rendono unico il Made in Italy".

Il volume, che si presenta come un "vocabolario" pop della manifattura italiana, offre una panoramica del settore, dalle materie prime ai macchinari, dai processi produttivi alle figure professionali. Raffaele Alberto Ventura, nel suo contributo, evidenzia come il linguaggio della manifattura sia un vero e proprio "codice" che racchiude i valori e le competenze di un settore in continua evoluzione. “Il concetto di lavoro, monolitico, rimanda alla molteplicità dei lavori: non un significato univoco, quindi, ma innumerevoli significati. Ci vorrebbe un dizionario per enumerarli tutti, o perlomeno un primo inventario: eccolo, dunque, lo tenete tra le mani", scrive Ventura.

"Inventario - Il linguaggio della manifattura" si articola in 26 capitoli, uno per ciascuna lettera dell’alfabeto. Le definizioni delle 26 parole poste in apertura dei capitoli sono state sviluppate con il contributo di Treccani e sono state tratte dalla banca dati della sua enciclopedia e del suo vocabolario. Successivamente, si sviluppano una serie di parole relative al settore industriale, artigianale e del lavoro che si utilizzano in vari contesti, con particolare attenzione alle variazioni regionali, al gergo popolare e, quando possibile, con un tocco ironico. Ma c'è un filo rosso che le unisce tutte: l'impresa familiare, il "fatto in Italia".

Questo libro è un vero e proprio catalogo dei lemmi della manifattura italiana: dai magazzini alle produzioni, dai macchinari alle persone che animano questo mondo, dagli operai agli imprenditori. Un mondo dove la "famiglia" si allarga fino ad abbracciare interi stabilimenti.

Tra le parole definite nel libro, si trovano esempi che spaziano dai termini tecnici a quelli più legati alla tradizione e al territorio: denari, come suggerisce una prima lettura è sì un’unità di valore, ma in campo tessile non indica nessun guadagno, è il sistema per misurare il peso di una fibra a filamento continuo; indiamento, al contrario del verbo indiare (beatificare, avvicinarsi al divino) cui sembra apparentemente riferito, indica un trattamento per rendere impermeabili le ceramiche; invasatura, nelle imprese dei dispositivi medici indica la componente di una protesi; mano, invece, nel linguaggio industriale, indica al tempo stesso la facciata di un foglio (industria cartaria), la sensazione di morbidezza (industria tessile), lo spessore di un materiale (industria edile) ma anche la direzione di un componente (industria meccanica).  

Non mancano i neologismi, quelle parole entrate nell’uso comune e quindi anche nei vocabolari: da coworking a H24 fino a jit – just in time. Declinazioni in campo industriale e regionale anche per ceo, la sigla ormai abusata di chief executive officer, che può diventare ragazzino a Padova o zio a Cremona.

Insomma, il significato delle parole si fa linguaggio settoriale e sembra invitare a ripensare ogni significato conosciuto.

"Inventario - Il linguaggio della manifattura" è un invito a scoprire un mondo ricco di storia, di passione e di innovazione, un omaggio a chi ogni giorno contribuisce a rendere grande il Made in Italy. “Non è solo una raccolta di definizioni – è invece il monito di Paolo Agnelli, presidente di Confimi Industria - ma un tributo alla forza e alla vitalità della manifattura. Conservarne le parole significa custodire la memoria del nostro lavoro e tramandarla alle generazioni future”.

Dazi, Confimi a Palazzo Chigi: "Abbiamo bisogno di un vero supporto all'export"

“Sapere che è intenzione del nostro Governo procedere in termini di dialogo e non alzando muri va nella direzione auspicata dalla nostra Confederazione. Donald Trump è un uomo d'affari, è necessario negoziare. Piuttosto, nel frattempo si strutturino politiche di supporto al sistema manifatturiero italiano che è sotto attacco da fattori esterni e interni. È ora di difenderlo con forza e di supportarlo davvero nell'export”. Così Francesco Ferrari vicepresidente di Confimi Industria, a valle del tavolo di confronto avviato dal Governo di Giorgia Meloni con le associazioni di impresa. 

Confimi Industria ha chiesto che l’Italia torni a essere protagonista, avanzando al Governo diverse proposte operative: sostegno all'export verso nuovi mercati con misure fattive e non imbrogliate dalla burocrazia; sospensione immediata del Patto di Stabilità, in analogia con quanto già fatto in epoca pandemica; riduzione strutturale del costo dell’energia per le imprese energivore, eliminando imposte e accise italiane che penalizzano la competitività; legge speciale anti-delocalizzazione, per salvaguardare il patrimonio produttivo nazionale; sospensione del Green Deal europeo, ritenuto oggi insostenibile nei tempi e nei modi per molte imprese; dazi in uscita sui rottami ferrosi e alluminio, per frenare l’esportazione incontrollata di materie prime strategiche; esenzione fiscale su premi e aumenti salariali, per sostenere la produttività e l’occupazione.

La Confederazione ha inoltre sottolineato al Governo il ruolo della Bce in questo frangente "Ci auguriamo di non vedere i tassi ritoccati in salita". 

“In questa fase – conclude Ferrari – servono scelte coraggiose. I settori coinvolti da questa guerra tariffaria sono molteplici e con esigenze differenti ma il tempo dell’attesa è finito. Dobbiamo difendere le nostre imprese, i nostri lavoratori e il nostro futuro industriale. Non c’è più spazio per tatticismi o rinvii”.

Confimi Industria su tavolo dazi “il Governo si faccia promotore di un patto industriale con Europa e Stati Uniti”

“In un momento così delicato per l’economia globale, il Governo italiano ha il dovere di assumere un ruolo attivo e determinante, sia in Europa che nel dialogo transatlantico con gli Stati Uniti. Non possiamo più permetterci di essere spettatori. Il sistema manifatturiero italiano, spina dorsale del nostro Paese, è sotto attacco da fattori esterni e interni. È ora di difenderlo con forza”. Così Paolo Agnelli, Presidente di Confimi Industria, interviene alla vigilia del tavolo di confronto tra il Governo e le associazioni di impresa, convocato per domani a Palazzo Chigi. 

L’export verso gli Stati Uniti – ricorda Confimi – ha raggiunto nel 2023 i 65,5 miliardi di euro, rappresentando circa il 10% dell’export nazionale e generando un saldo commerciale positivo di oltre 35 miliardi. “Parliamo di un partner strategico – sottolinea Agnelli – eppure l’Europa continua a subire un deficit nella bilancia dei servizi e dell’energia, con l’Italia che paga uno scotto importante anche sul fronte delle materie prime e dei rottami essenziali per l’economia circolare”.

Confimi Industria chiede che l’Italia torni a essere protagonista, avanzando al Governo sei proposte operative “urgenti e non più rinviabili”: sospensione immediata del Patto di Stabilità, in analogia con quanto già fatto in epoca pandemica; riduzione strutturale del costo dell’energia per le imprese energivore, eliminando imposte e accise italiane che penalizzano la competitività; legge speciale anti-delocalizzazione, per salvaguardare il patrimonio produttivo nazionale; sospensione del Green Deal europeo, ritenuto oggi insostenibile nei tempi e nei modi per molte imprese; dazi in uscita sui rottami ferrosi e alluminio, per frenare l’esportazione incontrollata di materie prime strategiche; esenzione fiscale su premi e aumenti salariali, per sostenere la produttività e l’occupazione.

“In questa fase – conclude Agnelli – servono scelte coraggiose. Confimi Industria è pronta a fare la propria parte, ma Governo e Parlamento devono muoversi subito. Il tempo dell’attesa è finito. Dobbiamo difendere le nostre imprese, i nostri lavoratori e il nostro futuro industriale. Non c’è più spazio per tatticismi o rinvii”.

Polizze Catastrofali e Turismo, Confimi: "come ci comportiamo con i beni culturali?"

Le imprese del turismo lanciano l’allarme: il nuovo Decreto Polizze Catastrofali, che impone l’obbligo di assicurazione sugli immobili contro calamità naturali, solleva dubbi e preoccupazioni nel settore.
Molte aziende, infatti, non gestiscono solo strutture ricettive, ma hanno anche in concessione beni culturali di valore storico e artistico, la cui assicurazione potrebbe comportare costi insostenibili e problematiche applicative.Manuela Alosi, delegata al turismo di Confimi Industria, a valle del tavolo di confronto avviato dal Mimit chiede chiarimenti e soluzioni adeguate, evitando che un provvedimento pensato per la tutela si trasformi in un ostacolo per il comparto turistico e per la salvaguardia del patrimonio culturale nazionale. "Chi tutela il patrimonio?" È la domanda che le aziende del settore pongono con forza, auspicando risposte rapide e concrete.

Polizze catastrofali, Confimi Industria "Urgenti proroga e chiarimenti"

Confimi Industria ribadisce con forza la necessità di norme chiare e tempi adeguati per l'adeguamento alle nuove disposizioni sulle polizze assicurative per eventi catastrofali.

"Le imprese si trovano ad affrontare un quadro normativo complesso e di difficile interpretazione, aggravato da una scadenza imminente e dall'assenza di indicazioni univoche sulle modalità di applicazione della nuova legge (L. 213/2023, art. 1 co. 101 ss). La mancanza di certezze genera confusione tra gli imprenditori, che rischiano sanzioni indirette legate all'accesso a contributi e agevolazioni pubbliche" dichiara Flavio Lorenzin, vicepresidente di Confimi Industria con delega alla semplificazione.

A soli 7 giorni dall'entrata in vigore del decreto attuativo (MEF n. 18/2025), resta aperta la questione dell'obbligo assicurativo su beni in locazione o noleggio, senza una chiara distinzione tra proprietari e utilizzatori. Questo scenario impone agli imprenditori oneri che potrebbero rivelarsi impropri o addirittura inapplicabili.La normativa, di fatto, trasferisce sulle imprese il costo delle catastrofi naturali, senza fornire garanzie di equità nella ripartizione degli oneri tra Stato, assicurazioni e operatori economici.Secondo le prime stime infatti, l'introduzione di questa misura comporterà per le imprese italiane un costo complessivo di diversi miliardi di euro, con premi assicurativi che potrebbero variare sensibilmente in base alla localizzazione e al settore di appartenenza.

Inoltre, il trasferimento del rischio dal bilancio dello Stato alle aziende potrebbe tradursi in un incremento medio dei costi operativi tra il 5% e il 10% per le imprese più esposte a eventi catastrofali.Per questi motivi, Confimi Industria chiede con urgenza al Governo una proroga della scadenza del 31 marzo e un intervento normativo che fornisca interpretazioni certe e applicabili. "Le imprese non possono essere lasciate nell'incertezza su un tema di tale rilevanza economica e strategica" sottolinea il vicepresidente di Confimi Industria e rilancia "La nostra Confederazione resta disponibile al confronto per individuare soluzioni che tutelino il tessuto imprenditoriale italiano e garantiscano un'applicazione equa ed efficace della normativa".

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