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Confimi Industria: stop complicazioni, la protesta dei commercialisti è più che condivisibile

Confimi Industria: stop complicazioni, la protesta dei commercialisti è più che condivisibile
Le nuove complicazioni preoccupano anche gli amministrativi delle aziende


Roma, 9 dicembre 2016 - Nel post-referendum, chiunque succederà al Governo dovrà effettuare una seria riflessione sul tema semplificazioni. È in gioco la sopravvivenza delle PMI, fra cui molte microimprese con meno di 10 dipendenti, che rappresentano oltre il 95% del tessuto imprenditoriale del nostro Paese. La legge di bilancio è sicuramente favorevole per le agevolazioni alle imprese più strutturate (è innegabile), ma no alle nostre PMI che avvertono pesantemente le complicazioni introdotte dal collegato (D.L. 193). Complicazioni, queste, che nuoceranno soprattutto sull’operatività delle piccole imprese (già alle prese con grossi problemi di marginalità) e degli operatori professionali.

Confimi Industria denuncia questa situazione già a partire da ottobre, soprattutto per quanto riguarda gli impatti operativi che deriveranno dal nuovo spesometro e dalla nuova comunicazione Iva trimestrale (8 nuovi adempimenti). Anche la nuova contabilità di cassa per le imprese minori sarà problematica e oltremodo sconcertanti sono le modifiche dell’ultima ora, introdotte dall’Agenzia delle entrate.  Dal prossimo 1° marzo, infatti,  gli esportatori abituali saranno obbligati a emettere dichiarazione d’intento per ogni singolo acquisto (o quasi), anziché, come accade oggi, un’unica volta  nel corso di un anno per tutte le operazioni, 

“Condividiamo le proteste sollevate nelle scorse settimane dai commercialisti”, precisa Flavio Lorenzin Vice Presidente di Confimi Industria con delega alla Semplificazione “a cui vanno aggiunte le crescenti preoccupazioni dei collaboratori interni delle nostre aziende”. A preoccupare non è tanto l’aspetto sanzionatorio dei nuovi adempimenti quanto l’impatto operativo dell’accelerazione che il fisco vuole imprimere alla trasmissione dei dati all’Anagrafe tributaria con lo spesometro “integrato”. I dati, infatti, andranno trasmessi ogni tre mesi e non più una sola volta all’anno, fatto salvo l’accorpamento al 25 luglio per i primi due trimestri 2017 che nulla toglie alle difficoltà, incertezze e disagi che deriveranno dall’ennesimo cambiamento.

“Un’accelerazione – prosegue Flavio Lorenzin Vice Presidente di Confimi Industria con delega alla Semplificazione - dettata dall’obiettivo di ridurre il VAT gap (differenziale fra Iva dovuta e Iva versata tempestivamente) per stare con il fiato sul collo agli operatori che dichiarano (si badi) i propri debiti ma li versano in ritardo, maggiorati di sanzioni ed interessi, poiché, evidentemente, in difficoltà finanziaria”.  Secondo Confimi l’evasione da combattere è un’altra: quella di chi non dichiara e a tal fine introdurre nuovi adempimenti e scadenze trimestrali non servirà a nulla se non a creare ulteriore affanno alle imprese virtuose. Basta analizzare i dati illustrati dalla stessa Agenzia delle entrate (nell’audizione del 3 novembre) per osservare come il differenziale IVA sia incrementato, dal 2010 al 2014, di 1,1 miliardi di euro nonostante, appunto, i numerosi adempimenti introdotti dal 2010 (vedi tabella in calce). È un segno evidente che, a fronte della carenza di liquidità, non può essere risolutivo aggiungere nuovi adempimenti. 

“I nostri collaboratori – continua Flavio Lorenzin Vice Presidente di Confimi Industria con delega alla Semplificazione - già fortemente preoccupati dalle inevitabili complicazioni legate alla prossima  chiusura dei bilanci 2016 (novità D.Lgs 139/2015), chiedono tregua”. Ogni adempimento è un processo delicato e costoso (anche in termini di software, formativi e si consulenza) che va organizzato e gestito con tempistiche che non si riducono in un banale click al computer.

Secondo Confimi, in termini di semplificazione, non sono condivisibili, quindi, le affermazioni dell’Agenzia (che ha voluto e ottenuto tale accelerazione) seconda la quale il nuovo spesometro “integrato” rappresenta la “razionalizzazione e, di fatto, semplificazione” degli adempimenti che giustifica “una frequenza di invio trimestrale in luogo di quella annuale prevista per la ex comunicazione polivalente”.

Le  principali “piaghe” amministrative dal 2010 ad oggi

Criticità che si sono abbattute sulla generalità degli operatori, tutte in modo rocambolesco (cioè con ritardi, modifiche e rettifiche nell’emanazione della normativa secondaria attuativa e della prassi chiarificatrice):

1)      riforma, nel 2010, dell’Iva comunitaria con introduzione dell’Intra servizi, compreso quello acquisti non richiesto dalla direttiva Iva (Intra acquisti che lo spesometro trimestrale, finalmente, si ripropone di eliminare poiché tali acquisti saranno chiesti attraverso lo spesometro trimestrale);

2)      introduzione, dal 2010, dello spesometro annuale con regole continuamente variate dal 2011 al 2013 e, ad oggi, tutt’ora in gran parte incomprensibili ed affidate, per lo più, a FAQ pubblicate sul sito AE;

3)      introduzione, dal luglio 2010, della comunicazione black list variata nel 2013 e paradossalmente complicata nella gestione soglie con il decreto semplificazioni n. 175/2014 (adempimento che lo spesometro trimestrale si ripropone di eliminare poiché tali acquisti saranno chieste attraverso lo spesometro trimestrale);

4)      introduzione, dal 2012, della comunicazione telematica dei beni concessi in godimento a soci, familiari dell’imprenditore e dei finanziamenti o capitalizzazioni;

5)      introduzione, dal giugno 2014 (con estensione generalizzata dal marzo 2015) dell’obbligo di fatturazione elettronica verso la PA;

6)      introduzione, dal 2015, della Certificazioni unica (in ottica 730 precompilato) con scadenze problematiche e violazioni nemmeno ravvedibili;

7)      estensione, dal 2015, del reverse charge al settore pulizie, impianti e completamento edifici con un dettato normativo che la stessa Agenzia delle Entrate (con non poco imbarazzo) ha dovuto definire “atecnico” (C.M. 14/E/2015);

8)      introduzione, sempre dal 2015, del sistema dello split payment in base al quale gli enti pubblici non pagano più l’Iva ai propri fornitori che così vedono aumentare i propri crediti erariali e le conseguenti difficoltà finanziarie;

9)      insostenibili (tanto per i contribuenti quanto per i comuni) modifiche ad IMU e TASI che si susseguono in modo incessante ed irrazionale dal 2012;

10)  disciplina della responsabilità fiscale negli appalti e subappalti che nel periodo da ottobre 2012 a dicembre 2014 è riuscita contemporaneamente, da una parte, ad avvallare il comportamento dei debitori intenzionati a sospendere i pagamenti e, dall’altra, a rendere impossibile la vita a chi, invece, voleva onorare i propri debiti nei termini.



Sondaggio: semplificazione o complicazione, qual è la tua opinione ?

Caro Collega,

il decreto n. 193 collegato alla manovra 2017, pur contenendo alcune norme migliorative, ha introdotto nuovi adempimenti fiscali che dal 2017 produrranno una forte accelerazione sulla tempistica (trimestrale anziché annuale) di trasmissione dati all’Agenzia delle Entrate.
Mi riferisco in particolare alle nuove comunicazioni analitiche spesometro (o trasmissione delle fatture XML) e alle comunicazioni Iva trimestrali (8 nuovi adempimenti). 
In questi giorni, da ultimo, si sono altresì aggiunte ulteriori novità che dal prossimo 1° marzo obbligheranno gli esportatori abituali ad emettere dichiarazione d’intento per ogni singolo acquisto (o quasi) anziché un’unica volta  per tutte le operazioni fino a fine anno. 
L’Agenzia delle Entrate (audizione del 3/11/2016) ritiene che tali novità razionalizzino e semplifichino gli adempimenti giacché eliminano la comunicazione black list, la comunicazione degli acquisti da San Marino, la comunicazione leasing e noleggi e (cosa che chiediamo dal 2010) gli elenchi Intrastat acquisti.
Si tratta di un’accelerazione il cui obiettivo dichiarato è quello di ridurre il VAT gap (differenziale fra Iva dovuta e Iva versata tempestivamente) e che permetterà all’Agenzia di stare con il fiato sul collo agli operatori che dichiarano (si badi) i propri debiti Iva ma li versano in ritardo, maggiorati di sanzioni ed interessi, poiché evidentemente in difficoltà finanziaria.

Attraverso l’incrocio dei dati poi, lo scopo è quello di scovare l’evasione “senza consenso” e cioè quella di coloro che emettono la fattura ma poi non la dichiarano.
Pur condividendo l’esigenza di razionalizzazione (purché effettiva) e di contrastare l’evasione reale (con o senza consenso), attraverso Confimi Industria, sia in occasione delle audizioni sulla manovra 2017 che con comunicazioni mirate, abbiamo già denunciato l’indubbia criticità (anche in termini di costi) di nuovi adempimenti a frequenza trimestrali anziché annuale.  
Memori delle incessanti e travagliate modifiche agli adempimenti che (crisi a parte) già si sono abbattute dal 2010 ad oggi sull’attività amministrativa delle nostre imprese e dei professionisti che ci assistono, abbiamo chiesto almeno tre anni di tregua (senza aggiunta, cioè, di nuovi adempimenti).
Confimi Industria ha confezionato un sondaggio per chiedere anche la Tua preziosa opinione e/o di quella dei tuoi Collaboratori su questi temi.
La raccolta di tali informazioni è fondamentale per proseguire, con maggior incisività, con le iniziative già intraprese.
Ti chiedo, pertanto, di RISPONDERE a STRETTO GIRO e di divulgare l’iniziativa anche fra gli altri imprenditori tuoi clienti o fornitori, oltre che al tuo commercialista.
LINK SONDAGGIO:  https://goo.gl/forms/q8TniqXw3bvGE5fu2

Confimi Emilia: circa 80 aziende hanno preso parte alla serata dedicata alla Stampa 3D e alle nuove tecnologie

Confimi Emilia: circa 80 aziende hanno preso parte alla serata dedicata alla Stampa 3D e alle nuove tecnologie

Una sala gremita in occasione della convention organizzata dal gruppo giovani imprenditori di Confimi Emilia, evento che ha avuto luogo proprio presso la sede operativa di Modena, in via Pasolini. Nella serata di mercoledì 30 novembre circa 80 imprese hanno preso parte al seminario dedicato alle nuove tecnologie e alla digitalizzazione. La lezione interattiva ha visto la partecipazione, in veste di relatori, di Giuseppe Cilia (esperto di stampa 3D), di Diana Brandoli (della Xerox) e di Giulia Berselli della Aime Srl, azienda che porta avanti una importante rivoluzione interna atta ad abbracciare sempre di più le innovazioni e le nuove tecnologie. Durante la serata le aziende presenti hanno toccato con mano le funzionalità e le risorse della stampa 3D, assistendo in diretta alla fabbricazione di componenti e di ingranaggi. Alla serata hanno preso parte anche Enrico Malagoli e Giovanni Gorzanelli, rispettivamente presidente di Confimi Modena e di Confimi Emilia. Soddisfatto Daniel Rozenek, presidente del gruppo giovani imprenditori e titolare della Tekapp: "Non mi aspettavo una tale affluenza. L'innovazione e le nuove tecnologie sono motivo di grande interesse, mi ha fatto piacere vedere in sala tanti imprenditori a rappresentanza di altrettante realtà produttive del territorio. Nel 2017 cercheremo di creare altri momenti di questo tipo: incontri utili e concreti per meglio affrontare la corsa al futuro delle nuove tecnologie. C'è grande voglia di innovazione".

Il prossimo appuntamento di Confimi Emilia è fissato per il 6 di dicembre presso il Centro Figc di Colorno per il seminario "L'importanza della squadra: in azienda e nello sport". Tra i tanti ospiti ci sarà anche il prof. Massimo Livatino, docente presso l'Università Bocconi di Milano. 

 





Referendum Costituzionale: Aniem dice si ad un’Italia più moderna

Referendum Costituzionale: Aniem dice si ad un’Italia più moderna

Dino Piacentini: “Senza alcuna propensione ideologica ma con la testa al mio ed al nostro lavoro, nonché al futuro nostro e dei nostri figli, che il prossimo 4 dicembre si debba andare a votare SI.”
Aniem (Associazione delle pmi edili di Confimi Industria) scende in campo per manifestare la sua totale adesione al referendum Costituzionale del 4 dicembre. 
“Il prossimo 4 dicembre tutti noi saremo chiamati ad esprimerci con un Si o con un No su un quesito referendario che mira a modificare una parte della nostra Costituzione.
Come imprenditore e come Presidente della nostra Associazione non mi soffermerò sui dettagli più tecnici di questo referendum costituzionale, ma non posso esimermi dal sottolineare un aspetto che per il lavoro che svolgo e che tutti noi svolgiamo, mi induce a scegliere di votare SI”,  dichiara il Presidente Dino Piacentini.
Che prosegue: “Per chi come noi si occupa anche di Appalti pubblici e infrastrutture, vista l’importanza e la strategicità di molte opere, di un piano nazionale che tenga conto sia dell’impegno economico che queste opere prevedono, sia della progettazione da parte di un Governo stabile e soprattutto di un iter parlamentare chiaro ed efficace. Ciò che conta è avere una interlocuzione con un Governo ed un Parlamento che non cambi ad ogni mal di pancia della politica (come troppo spesso abbiamo visto in questi anni passati).
Ogni qualvolta è avvenuto un cambio della maggioranza o si è assistito (purtroppo passivamente) ad un inutile e dannoso “ping pong” tra i due rami del Parlamento, si è sempre dovuto nuovamente iniziare da capo, con la conseguenza infausta di subire rallentamenti o, ancor peggio, la perdita di valide opportunità di lavoro per tutti noi imprenditori, con chiare ripercussioni per l’economia del Paese e quindi anche sulla qualità della vita di tutti i cittadini.”
“Infine, - conclude il Presidente Dino Piacentini - taluni penseranno che siano poca cosa l’obbligo di trasparenza, la primalità per le Regioni virtuose, la parità di genere, il vaglio preventivo da parte della Corte Costituzionale delle leggi elettorali, l’abrogazione del CNEL, il divieto di rimborso ai gruppi consiliari regionali (ricordo che la maggior parte degli scandali degli ultimi anni nasce proprio da lì), il tetto posto agli emolumenti dei consiglieri regionali che non potranno superare quelli del sindaco del capoluogo di riferimento. 
Io penso invece che siano questioni importanti che finalmente si affrontano in modo chiaro e concreto.
Concludo, senza alcuna propensione ideologica ma con la testa al mio ed al nostro lavoro, nonché al futuro nostro e dei nostri figli, che il prossimo 4 dicembre si debba andare a votare SI.”

Accordo Confimi Industria - CGIL, CISL e UIL detassazione 2016 sui premi di risultato

Roma, 9 novembre 2016 - Presso la sede di Confimi Industria oggi è stato siglato l’accordo con Cgil Cisl Uil per la detassazione 2016 sui premi di risultato.  Confimi Industria, Cgil, Cisl e Uil hanno sottoscritto un accordo per consentire, anche alle imprese prive di rappresentanze sindacali, di erogare premi di risultato aziendali collegati a incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione. In tal modo si facilita, per tutte le imprese, specie in quelle di minori dimensioni, la possibilità di introdurre retribuzioni collegate ai risultati aziendali e quindi usufruire dei benefici fiscali e contributivi previsti dalla legge per questo tipo di erogazioni. Le parti concordano nel ritenere che l’accordo costituisce una importante occasione per consentire la diffusione dei premi di risultato nelle imprese di minori dimensioni. L'accordo rafforza la contrattazione di secondo livello, anche territoriale, senza introdurre forme retributive territoriali ma affidando alle parti sociali del territorio un ruolo propulsivo per guidare le imprese di minori dimensioni verso l'introduzione di forme di salario variabile, legate ai risultati aziendali. In questo senso l’accordo, confermando il modello della contrattazione basato su due livelli, costituisce la conferma dell’opportunità di una sempre maggiore valorizzazione delle relazioni industriali tra Confimi Industria e Cgil, Cisl e Uil.
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