Skip to main content

SIGLATO ACCORDO QUADRO TRA UNIVERSITA’ LUM E CONFIMI INDUSTRIA ALIMENTARE

L’Università Lum “Giuseppe Degennaro” e Confimi Industria Alimentare, Verticale di Confimi Industria che rappresenta, tutela e promuove le piccole e medie industrie italiane dell’agroalimentare, hanno sottoscritto una convenzione quadro di collaborazione allo scopo di operare congiuntamente nell'ambito dello sviluppo di forme di collaborazione in partnership per lo svolgimento di attività di studio, ricerca, sviluppo del networking ed innovazione e nell’ambito delle attività di didattica e formazione, nonché per l’erogazione di servizi a supporto delle attività di ricerca.

“Con la sottoscrizione dell’intesa Lum e CONFIMI Alimentare – afferma il rettore Antonello Garzoni - intendono costruire un centro studi il cui obiettivo sia la valorizzazione del patrimonio culturale delle imprese associate sui temi cruciali dell’internazionalizzazione, sostenibilità e dell’innovazione tecnologica”.

“Il Made in Italy del settore Alimentare è ad un momento di svolta, soprattutto nel Mezzogiorno d’Italia - dichiara Alessandro Tatone Presidente di Confimi Industria Alimentare - serve ora fare un salto di qualità in termini di Innovazione, Competenza, Strategia. Ci aspettiamo quindi un significativo contributo da parte dell’Università Lum in termini di analisi, di coprogettazione e capacità di proposta, mentre noi non faremo mancare la nostra conoscenza dei mercati e l’esperienza nella gestione ed organizzazione delle nostre eccezionali PMI manifatturiere”.

L'Università Lum e CONFIMI sosterranno la partecipazione attiva delle aziende consociate durante i corsi di studio, attraverso l’apporto di testimonianze aziendali e case history.

Inoltre l’intesa sosterrà la creazione di Hackathon per sviluppare specifiche tematiche di innovazione e imprenditorialità, di attività di co-progettazione su Bandi ed Iniziative Europee di comune interesse e favorirà l’analisi, studi e ricerche su temi economici emergenti attraverso gli strumenti dei tirocini, dottorati e tesi.

Il ruolo delle etichette nelle valutazioni dei rischi alimentari

Le infezioni e/o intossicazioni ad eziologia alimentare possono essere la causa di malattie di considerevole gravità che possono danneggiare il sistema sanitario, come evidenziato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel documento Global Strategy for Food Safety.

 
I costi diretti sono principalmente dovuti all’adozione di protocolli e standard ad hoc, volti a limitare la contaminazione e la propagazione di agenti patogeni (richiami di prodotti dal mercato, smaltimento di alimenti e mangimi).

I costi indiretti sono associati alla potenziale riduzione delle vendite a causa di scandali alimentari o delle restrizioni alla vendita e dell’imposizione di sanzioni (e.g., riduzione del consumo di determinate categorie di prodotti o marchi fino al ritorno alla normalità). 

Se i progressi scientifici contribuiscono alla riduzione dei costi diretti, limitare i costi indiretti associati ai rischi nel settore agroalimentare è una sfida per la società.

Data la diffusione delle infezioni di origine agroalimentare, la valutazione dei rischi associati è una questione rilevante per l’industria agroalimentare e per i responsabili politici. I canali attraverso i quali le informazioni possono essere veicolate, e il processo cognitivo che guida i consumatori nell’elaborazione delle informazioni, sono certamente fattori che influenzano il modo in cui i consumatori prendono decisioni in condizioni di incertezza

COME LE ETICHETTE SUPPORTANO LA VALUTAZIONE DEI RISCHI 

Seguendo un approccio sistematico e meta-analitico, un recente studio (Santeramo, F.G., Lamonaca, E. (2021). Objective risk and subjective risk: The role of information in food supply chains. Food Research International) ha valutato il modo in cui le diverse fonti e tipologie di rischi agroalimentari, sia oggettivi che soggettivi, sono percepiti dai consumatori, al fine di identificare il modo in cui le informazioni sui rischi agroalimentari possano essere comunicate in modo efficiente alla società.

I risultati dello studio mostrano che le informazioni sulla sicurezza alimentare, veicolate attraverso etichette specifiche, esercitano un’influenza positiva sui premium price che i consumatori sono disposti a pagare per un prodotto agroalimentare sicuro.
 
Dall’analisi emerge che i consumatori sarebbero disposti a pagare un sovrapprezzo fino al 168,7% per i prodotti agroalimentari in grado di veicolare uno specifico fattore di rischio (ad esempio, prodotti di origine animale ottenuti da capi vaccinati contro Escherichia coli), o certificati come sicuri (prodotti tracciati), o testati e/o ispezionati da soggetti pubblici o terzi (prodotti ispezionati da enti certificati). Si consideri un prodotto carneo, ad esempio carne macinata di manzo con un prezzo medio di riferimento di 3,79 EUR/kg: i consumatori sarebbero disposti a pagare fino a 10,17 EUR/kg in più per lo stesso prodotto riportante le etichette “prodotto trattato”, “prodotto sicuro” e “prodotto ispezionato”.
 
In tal caso, le etichette, pur recando informazioni sulla sicurezza dell’alimento, non sono più percepite dal consumatore come veicoli efficienti di informazioni veritiere. 
I consumatori potrebbero scegliere razionalmente di evitare il consumo di alimenti potenzialmente rischiosi, se il costo dell’informazione (premium price per etichette di sicurezza alimentare) è più alto rispetto al beneficio marginale atteso (sicurezza alimentare percepita). In condizioni di incertezza, i consumatori tendono a interpretare le informazioni in base alle loro esigenze, selezionando quindi i segnali in modo inadeguato.

Dunque, le informazioni su potenziali rischi di sicurezza alimentare aumentano la percezione del rischio e diminuiscono il premium price per le etichette di sicurezza alimentare. Ciò è dovuto ad una maggiore consapevolezza del rischio oggettivo associato al consumo di prodotti potenzialmente esposti a rischi.

SICUREZZA ALIMENTARE: IL RUOLO DELL’INFORMAZIONE

I fattori rischio di origine agroalimentare sono spesso caratterizzati da informazioni asimmetriche.
In molti casi, i produttori (o i commercianti) hanno un livello di informazione maggiore rispetto ai consumatori sulle proprietà dei prodotti agroalimentari e sui potenziali rischi per la sicurezza alimentare.
L’uso di nuove tecnologie nel settore agroalimentare, quali l’irraggiamento dei prodotti alimentari o l’uso di prodotti geneticamente modificati, è un esempio degno di nota (alto rischio percepito, basso rischio scientifico).
 
L’asimmetria informativa esistente tra produttori e consumatori potrebbe portate ad un’errata percezione da parte dei consumatori dei potenziali rischi associati al consumo di prodotti agroalimentari ottenuti grazie all’uso di nuove tecnologie scientificamente approvate e testate.
 
L’uso di etichette specifiche di sicurezza dei prodotti agroalimentari può fungere da strumento informativo, contribuendo a ridurre la discrepanza tra rischio soggettivo e rischio oggettivo (i.e., avvicinando il rischio percepito dai consumatori al rischio scientifico associato al consumo di un determinato prodotto) e, di conseguenza, limitando le inefficienze derivanti dalla presenza informazioni asimmetriche nel mercato agroalimentare. 

Difatti, la riduzione dell’asimmetria informativa tramite l’uso di etichette specifiche di sicurezza alimentare apporterebbe dei benefici sia ai consumatori, che avrebbero la possibilità di effettuare scelte di acquisto e consumo sicure e consapevoli, che ai produttori, che avrebbero possibilità di ottenere prezzi di vendita superiori per prodotti agroalimentari sicuri. 

È importante che le informazioni fornite dai produttori ai consumatori siano rappresentative dei benefici e adeguatamente certificate.
 
L’intervento politico ed istituzionale consentirebbe di aumentare la fiducia dei consumatori nelle informazioni veicolate attraverso etichette specifiche di sicurezza alimentare e di prevenire sia gli scandali alimentari sia la diffusione di patologie di origine agroalimentare.
 
Una corretta veicolazione delle informazioni sulla sicurezza alimentare ha ricadute importanti per la società e in particolare per alcuni portatori di interesse specifici quali consumatori, industria agroalimentare, decisori politici, istituzioni. Le etichette giocano un ruolo fondamentale nella valutazione dei rischi.

Wellbeing aziendale: perché oggi le imprese non possono farne a meno

I benefit aziendali sono diventati un asset fondamentale per ogni realtà, i dipendenti di oggi e di domani, quando scelgono un nuovo posto di lavoro, si aspettano politiche di welfare.
Secondo un’indagine di McKinsey e Microsoft nei prossimi mesi più del 40% dei lavoratori a livello mondiale sarà intenzionato a cambiare lavoro. A incidere sono elementi diversi: dalla ricerca di maggior tempo per sé alla conciliazione famiglia-lavoro, al rimbalzo economico del post pandemia e allo smart working.

Ecco, dunque, che il wellbeing diventa una particolare strategia di responsabilità sociale d’impresa da adottare.

Con il termine wellbeing s’intende il benessere del lavoratore a 360 gradi, uno status che riguarda la sua sfera psico-fisica, ma che sottintende anche un benessere socialefinanziario e professionale.

Ogni realtà per adeguarsi al processo di cambiamento in corso deve porre al centro dell’organizzazione aziendale la persona, con un approccio sempre più human centric, avendo la capacità di saper promuovere e mantenere il benessere organizzativo per ottenere numerosi vantaggi dati dall’equilibrio fisico, psicologico e sociale delle proprie risorse.

Indagini di settore hanno dimostrato che le strutture più efficienti sono quelle con dipendenti soddisfatti e un “clima interno” sereno e partecipativo.

Per garantire un wellbeing aziendale stabile le Direzioni HR devono aumentare gli sforzi per prendersi cura delle persone, migliorarne l’engagement e rendere sostenibili i nuovi modelli di lavoro supportando i dipendenti con programmi welfare specifici e strategie che li aiutino a coltivare le relazioni professionali e un ambiente favorevole.

Sono numerosi gli incentivi e i benefit aziendali che è possibile oggi mettere a disposizione per il benessere dei dipendenti: dai buoni pasto, ai buoni acquisto per la spesa, lo shopping e il carburante, agli altri servizi per le esigenze della vita quotidiana e il tempo libero (istruzione, sanità, viaggi, sport, cultura, ecc.).

Le aziende stesse, dunque, possono creare le condizioni e farsi luogo privilegiato per promuovere un processo attivo di empowerment dei lavoratori da cui ottenere un aumento della produttività, un miglioramento della capacità di fidelizzazione e, quindi, di attrazione dei talenti, con conseguente realizzazione di un vantaggio competitivo e strategico. 

Nell’era della “nuova normalità” Edenred Welfare costruisce sistemi integrati che coprono le esigenze di tutte le tipologie di aziende e le accompagna nell’implementazione di piani di welfare in favore di una crescita all’insegna della sostenibilità.

Rendendo semplice l’accesso a benefit e servizi utili alla vita di ogni giorno, sostiene il reddito delle persone e delle loro famiglie e supporta concretamente i dipendenti con app e piattaforme di facile utilizzo e soluzioni per conciliare la vita personale e professionale, per continuare a spingere e premiare le performance. 

Con i Buoni Acquisto e i Voucher Welfare Edenred i dipendenti possono accedere a beni e servizi nella più ampia rete di strutture convenzionate per il welfare in Italia con queste caratteristiche:

  • massima spendibilità, semplicità e libertà di scelta in oltre 37.000 punti vendita;
  • oltre 24.000 retail dei brand più famosi e diffusi;
  • oltre 13.000 strutture convenzionate per i servizi: salute, benessere, istruzione e formazione, viaggi, sport e tempo libero.

Un welfare sostenibile dove il benessere nasce dalle persone ed è la loro soddisfazione a far crescere le aziende. 

 

Vuoi saperne di più su tutte le opportunità e sui benefit per assicurarti un perfetto wellbeing aziendale?
Prenota una consulenza gratuita con un esperto di Edenred

UN GRIDO D’ALLARME, FATE PRESTO!

Sono Alfonso Cialdella, Presidente della sezione Meccanica di Confimi Bari - Confederazione dell’Industria Manifatturiera Italiana e dell’Impresa Privata, nonché Legale Rappresentante di una PMI Metalmeccanica di Corato (Ba), specializzata nella realizzazione di manufatti in acciaio inox ad uso industriale. Quotidianamente da ormai 80 giorni assisto, come tutti, alla vicenda bellica di aggressione da parte della Russia nei confronti dello stato sovrano Ucraino. Non avendo rapporti commerciali diretti con entrambe le nazioni, inizialmente speravo nel buon senso comune, per una definizione chiara che potesse individuare un equilibrato accordo, tale da soddisfare anche tutti gli altri attori principali coinvolti (Nazioni, UE, Nato, USA, CINA, etc..); Purtroppo e con molto rammarico, devo prendere atto che in questi 82 giorni, non solo NON SI è RIUSCITI ad individuare una via d’uscita, ma ADDIRITTURA assistiamo ad un progressivo generale peggioramento dei rapporti tra stati confinanti e tra Occidente e Russia, tali da compromettere seriamente il futuro socio-economico e finanziario dell’intero sistema mondiale. Lascio agli esperti in materia il difficile compito di dipanare una situazione che sta andando fuori ogni controllo, da parte mia e dei miei colleghi di Confimi Industria, mi sento in dovere di LANCIARE questo GRIDO DI ALLARME! I mass-media e i social quotidianamente mostrano i dati economici e confrontano indici e percentuali Ante e Post-pandemia che riflettono una situazione a fine marzo 2022 già compromessa, ma nulla purtroppo rispetto al peggioramento che viviamo oggi. In questi giorni la maggior parte delle PMI manifatturiere sta lavorando ancora in maniera ordinaria, grazie ancora all’effetto trascinamento del 2021, per soddisfare gli ordinativi acquisiti ad inizio dell’anno, ma terminate queste fasi lavorative, all’orizzonte non si intravedono miglioramenti. Già da tempo infatti, i nostri fornitori (nel nostro caso prevalentemente di acciaio inox) ci riferiscono il loro disorientamento: non riescono a concludere vendite mentre ricevono comunicazioni per posticipare le consegne già previste e continuano a comunicare ai loro acquirenti ulteriori incrementi di prezzo di vendita; la direzione commerciale della nostra azienda riceve numerose richieste di preventivi senza una data orientativa di definizione contrattuale in quanto tutto è subordinato alle aspettative della conclusione del conflitto bellico a cui si aggiungono richieste costanti da parte dei nostri clienti di posticipare le consegne dei manufatti già in fase di produzione. Tutto questo insieme al caro energia, rallenta inevitabilmente la produzione, la crescita dell’industria, la fiducia negli investimenti e nella spesa. A nostro parere questa situazione è ormai diventata insostenibile e i disagi sociali derivanti da attivazioni di misure restrittive aziendali come Cassa Integrazione, licenziamenti e chiusure di unità produttive diventano sempre più delle possibilità concrete. Questo mio appello non vuole essere un’invocazione a contributi, assistenza, sconti e moratorie, ma unicamente ha l’obiettivo di RECLAMARE IL DIRITTO AD ESERCITARE IL PROPRIO LAVORO IMPRENDITORIALE in una situazione di mercato normale che abbia un’aspettativa positiva di business, di scambi commerciali liberi e non ostacolati da paure e venti di guerra. Mi unisco all’appello rivolto in questi giorni dal nostro Presidente Confederale Paolo Agnelli e a tutti gli imprenditori che vivono ogni giorno le proprie aziende nel sollecitare tutte le forze politiche, economiche e finanziarie italiane, europee ed extra europee affinché ascoltino la grande inquietudine di chi lavora, produce e sviluppa benessere, e continuino ad attivarsi con sempre più fermezza e nel più breve tempo possibile a fare di tutto per scongiurare situazioni ancora peggiori ed irreversibili!

Confimi Alimentare: “Criticità aziendali e vantaggi competitivi della Gdo mentre aumentano quasi tutti i costi “

Carenza di prodotti (latte, carta, imballi, mangimi, pallet, olii, alluminio, vetro,..), difficoltà a pianificare le produzioni (utilizzo capacità produttive) , rotture di stock sugli scaffali (livello di servizio commerciale) , instabilità dei prezzi di molte materie prime (valori moltiplicati) , continue revisioni dei budget (costi e pricing) rappresentano le criticità aziendali della Grande Distribuzione organizzata (Gdo) secondo i produttori di Confimi Industria Alimentare in un periodo in cui aumentano tutti i costi. Altre problematiche la difficoltà ad interpretare i trend e i comportamenti di acquisto (value for money) , molta operatività, poca strategia, rallentamento progetti innovazione. Rispetto allo scorso anno nella Gdo si consolidano ulteriormente i discount (+8,7), per gli altri lievi aumenti (ipermercati, prossimità, drugstore) o numeri in perdita ( supermercati, superstore ed e-commerce). Nel contempo aumentano tutti i costi, dalle materie prime ai costi energetici , ai trasporti. Spiccano fra i rincari delle materie prime il + 71 dei cereali ed il + 83 di latte e derivati. Sono però materie prime energetiche e trasporti a preoccupare di più: + 176 per il gas naturale , + 248 per i noli marittimi (container) i numeri che destano più sconcerto. A fronte di ciò quali sono i vantaggi competitivi della Gdo secondo gli stessi produttori? Le dimensioni (economie di scala, costi di marketing, costi logistici), la sostenibilità conti economici (margini versus quote di mercato) , la riqualificazione dei punti di vendita (produttività delle vendite) , gli investimenti in comunicazione (valori di distintività dell’Insegna) , la cultura di marketing (relazioni di loyalty con i consumatori) , il portafoglio canali di vendita (presenza nei format vincenti) e le politiche assortimentali (livello di servizio ai consumatori). Per Confimi Alimentare “Il divario tra prezzi alla produzione e prezzi al consumo quindi cresce e la filiera del largo consumo non ha altra scelta che colmare parte della forbice. Malgrado i primi segnali di ripresa dell’efficacia delle attività promozionali nei supermercati l’utilizzo della leva diminuisce. Conseguenze di tutto ciò? Si compra di più nel discount rispetto ad un anno fa e si torna negli ipermercati alla ricerca di convenienza. Si comprano prodotti meno costosi: le famiglie ricercano opportunità nelle fasce di prezzo medio, salvaguardando il valore della spesa”.  

Presidente Tatone interviene al convegno nazionale di Confimi Industria Logistica

I Trasporti merci su gomma costano all’Italia 1mld l'anno per la salute, mentre dai tir proviene il 7% delle emissioni nocive, 12mila gli anni di vita persi. Sono i dati diffusi dalla Società italiana di medicina ambientale (Sima) nel corso del seminario nazionale "Manifattura & Logistica" organizzato a Molfetta da Confimi Industria Logistica Puglia, Centro Studi Intrapresa e Propeller Club Port of Bari, per raccontare uno degli aspetti fondamentali della logistica intermodale, ossia la Sostenibilità ambientale.

L’altro aspetto messo bene in luce da Vito Totorizzo Presidente di Confimi Industria Logistica Puglia, nel presentare il progetto di hub ferroviario a servizio del Porto di Molfetta è la sostenibilità economica. La Piattaforma Logistica di Molfetta con il Porto appena ammodernato, le vie camionali (16 bis e autostrada), una retrostante zona industriale tra le più grandi dell’Adriatico, con la ferrovia a pochi centinaia di metri dalle banchine portuali, rappresenterebbe un unicum virtuoso sul Mare Adriatico per dare la spinta definitiva al Manifatturiero meridionale e per garantire efficienza alle merci che ogni transitano sul mare adriatico, con velocissimi treni di 750 metri che arriverebbero nel cuore dell’Italia del Nord e del centro dell’Europa.

A completare un quadro già conveniente, l’opportunità di poter contare sull’inserimento dell’area di Molfetta nella Zona Economica Speciale (ZES) e nella relativa Zona Franca, eccezionali occasioni di sviluppo, ben illustrate dal Commissario Manlio Guadagnuolo, con gli strumenti della semplificazione e degli incentivi a favore delle Imprese. E’ intervenuto anche il Presidente di Confimi Alimentare Industria , Alessandro Tatone, che ha ribadito “l’importanza anche per le pmi alimentari di avere servizi efficienti ed efficaci per ridurre i costi e garantire sicurezza e velocità ai consumatori e nuovi scenari di mercato alle aziende”. 

Come sottolineato da Riccardo Figliolia, Segretario Generale di Confimi Industria Bari, moderatore dell’incontro, la Logistica è un tipico esempio della necessaria collaborazione pubblico/privato, fondamentale servizio per garantire il definitivo salto di qualità alle nostre Piccole e Medie Industrie.

Save
Cookies user preferences
We use cookies to ensure you to get the best experience on our website. If you decline the use of cookies, this website may not function as expected.
Accept all
Decline all
Analytics
Tools used to analyze the data to measure the effectiveness of a website and to understand how it works.
Google Analytics
Accept
Decline