Anche la birra artigianale avrà il suo marchio di certificazione. A proporlo Unionbirrai, l’associazione di categoria dei birrifici indipendenti italiani. Obiettivo è tutelare chi davvero produce birra in maniera artigianale. Tra le caratteristiche per ottenere la certificazione è quello che i birrifici richiedenti non dovranno superare i 200mila ettolitri di produzione sulla base della normativa vigente che definisce la birra artigianale. L’associazione fa sapere che il marchio rilasciato da Unionbirrai potrà essere anche revocato in caso di abusi o violazioni a seguito di controlli e verifiche di conformità.
Il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo Gian Marco Centinaio ha partecipato in Lussemburgo al Consiglio europeo dei Ministri dell'Agricoltura e della Pesca. Tra i punti in discussione: la proposta di decisione del Consiglio che autorizza la Commissione a firmare l'accordo di libero scambio (FTA) tra UE e Singapore e la proposta di decisione del Consiglio che autorizza la Commissione all'accordo per la protezione degli investimenti (IPA) sempre tra UE e Singapore.
TBoxChain, una giovane start-up, ha messo a punto un nuovo metodo per smascherare le false recensioni dei consumatori online. Queste le parole degli “inventori” lucani:
La coltivazione di leguminose in Italia, drasticamente diminuita a partire dagli anni ‘60, torna a crescere. In particolare per ceci e lenticchie. La ripresa è tuttavia minacciata dalla concorrenza estera ‘low-cost’, che continua a dominare il mercato nazionale.
Al di là delle quasi generalizzate espressioni di soddisfazione, non prive di elementi di sorpresa, la notizia delle iniziative intraprese per far entrare la “Bistecca alla Fiorentina” nel Patrimonio dell’UNESCO merita qualche riflessione.
E’ partita nei giorni scorsi la seconda consultazione pubblica sul tema dell’etichettatura dei prodotti alimentari. Lo hanno reso noto il Mipaaft e Ismea in occasione della dodicesima edizione del Salone del Gusto di Torino. Dopo il sondaggio del 2015, che ha visto la partecipazione di oltre 26.500 cittadini e i cui risultati sono stati alla base dei successivi provvedimenti normativi riguardanti l’etichettatura di origine di alcuni alimenti come pasta, latte e conserve di pomodoro, l’Ismea, su indicazione del ministero, ha messo a punto un analogo questionario da sottoporre nuovamente all’opinione pubblica. Le domande sonderanno l’opinione dei consumatori sul tema dell’origine della materia prima e dell’indicazione in etichetta del luogo di trasformazione per valutare, a distanza di tre anni dalla prima consultazione, quanto sia maturato l’interesse dell’opinione pubblica italiana sulla trasparenza di queste informazioni.